Sabato 13 dicembre, il palco del Teatro Galleria di Legnano ospita uno degli eventi teatrali più singolari e illuminanti della stagione: “Lunga vita agli Alberi”
Non è solo uno spettacolo, ma una vera e propria “Divina Commedia in chiave botanica” che ci invita a un viaggio inaspettato attraverso il mondo vegetale.
A guidare il pubblico in questa esplorazione sono due figure straordinarie: Giovanni Storti (volto noto del celebre trio Aldo, Giovanni e Giacomo), nei panni del “grillo parlante”, e il Professor Stefano Mancuso, neuroscienziato e luminare mondiale dell’etologia vegetale.
Sotto la direzione magica e visionaria di Arturo Brachetti, lo spettacolo si muove attraverso le “cantiche” fondamentali delle piante—Radici, Fusto e Chioma—alternando il rigore scientifico della divulgazione con momenti di esilarante comicità.
In vista della data di Legnano, abbiamo incontrato i due protagonisti per farci raccontare i retroscena di questo meraviglioso inno alla vita vegetale.
Visto il grande successo che vi porta qui a Legnano, come descrivereste lo spettacolo “Lunga vita agli Alberi” a chi verrà a vedervi sabato al Teatro Galleria?
Prof. Stefano Mancuso: “Un viaggio in tre tappe, uno spettacolo in tre atti tra natura, comicità e conoscenza, alla scoperta delle tre parti fondamentali di una pianta: le radici, il tronco e la chioma.”
Giovanni Storti: “Sì, siamo stati definiti ‘Dante e Virgilio nel mondo del verde’. Io sono il grillo parlante della situazione. Il titolo nasce da una citazione di un film di Woody Allen del 1972, lui si riferiva al sesso e noi agli alberi. Tutto quello che avreste voluto sapere ma non avete mai osato chiedere”.
Professor Mancuso, lei è uno scienziato di fama internazionale, e Storti un comico amato da tutti. Come si è sviluppata questa alchimia unica e come è nata l’idea di portare questa strana coppia a teatro?
Giovanni Storti: “Ci siamo conosciuti per caso anni fa, poi con la pandemia, io, che non frequentavo affatto i social, ho avviato un profilo su Instagram e un canale YouTu-be, Inmedia. Ho coinvolto Mancuso, Telmo Pievani, Mario Tozzi e Luca Mercalli. Un giorno, con Mancuso, ci siamo detti: dai facciamo uno spettacolo. Abbiamo pensato che sarebbe stato bello unire il racconto scientifico alle incursioni di un guitto che usa il linguaggio dell’ironia per rendere più accessibile e fruibile il discorso.”
Prof. Stefano Mancuso: “Io sono uno scienziato, ma anche un divulgatore, e cerco di trovare sempre nuovi modi per portare a quante più persone possibile la notizia di ciò che sta accadendo nel pianeta, di ciò che sono le piante, di ciò che potrebbero fare per migliorare le nostre aspettative di vita. Quindi mi sono ritrovato a condividere alcune iniziative con Giovanni.”
Giovanni, il suo ruolo è fondamentale per alleggerire la materia scientifica. Come riesce a legare il rigore della scienza, trattata dal Professore, con la comicità, senza banalizzare concetti così complessi?
Giovanni Storti: “La gente non ha minimamente idea di come sia fatto un albero. Il mio ruolo? Io mi infilo nei discorsi scientifici con una battuta, con una gag, con una provocazione. Diciamo che la parte divulgativa viene stimolata da quella ironica. Io faccio la parte del dubbioso, cerco di smontare in modo buffo quello che dice, oppure interrogo il pubblico sui latinismi per alleggerire la conversazione. Stefano cita parole in latino e io interrogo subito il pubblico: ‘Possibile abbiate fatto tutti l’istituto tecnico?”
Prof. Stefano Mancuso: “Io faccio il mio mestiere di divulgatore, quindi parlo di botanica, con informazioni reali ma in maniera leggera, grazie soprattutto all’ironia e al dialogo con Giovanni.”
Viviamo in un momento di forte crisi ambientale. Qual è il messaggio più urgente che volete imprimere nella mente degli spettatori?
Giovanni Storti: “Il nostro scopo è rendere più consapevoli le persone sull’importanza degli alberi. L’errore più grosso è pensare alle piante solo come elementi di arredo e non come esseri viventi.
-Come diceva il grande Bruno Munari, l’albero è un esempio di ‘struttura a crescita’, ogni parte è in armonia e funziona-
“Tutto dipende dalle piante: l’atmosfera, il cibo, la medicina, il carburante, e la gente non se ne rende conto: lo vediamo in modo distaccato quando invece ci permette di vivere. Se sono sopravvissuti nel tempo, radicati al terreno, significa che hanno una grandissima forma di intelligenza che noi possiamo solo sognare.”
Prof. Stefano Mancuso: “Aggiungo il dato scientifico: noi siamo del tutto irrilevanti. L’insieme di tutti gli animali – uomini compresi – rappresenta solo lo 0,3% della vita, mentre le piante costituiscono l’87%. Inoltre, ignoriamo che gli alberi sono uno degli strumenti più potenti per combattere il riscaldamento globale e le sue conseguenze nelle nostre vite nei centri urbani.”
La Questione è Educare, credete davvero che questo sforzo pedagogico e divulgativo, come quello che portate in scena a Legnano, possa invertire la rotta e farci guardare alla natura con occhi diversi?
Giovanni Storti: “Io sono ottimista col cuore, ma resto pessimista con la mente. Non credo sia possibile risollevare il mondo dalla catastrofe verso cui sembra essere indirizzato: la caccia, l’ambiente, tutto va al contrario della rigenerazione. Lo spettacolo è pedagogico, è il racconto sorprendente e interessante di quel che fa un albero, un essere completamente diverso da noi con caratteristiche spiazzanti: solo il fatto che sta fermo ci spiazza clamorosamente. Ha messo in piedi strategie pazzesche per sopravvivere e lo fa da almeno cinquecento milioni di anni, ben più dei trecentomila di noi umani.”
Prof. Stefano Mancuso: “Su questi temi come su tantissimi altri la questione fondamentale è educare. Non ci aspettiamo che tutti gli spettatori di questo spettacolo, usciti dal teatro, inizino a guardare alla natura con occhi diversi, ma qualcuno lo farà, ed è questo che alla lunga cambia.”
Intervista a cura di Francesca Capri
